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È sempre più evidente come i processi di urbanizzazione riducano sensibilmente la capacità di infiltrazione del terreno cittadino durante gli eventi piovosi. Ne consegue inevitabilmente la migrazione di diverse sostanze dal luogo in cui si sono depositate, all’ingresso nel sistema di drenaggio: fenomeno noto come wash off.
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Nel corso degli anni è risultato sempre più evidente come i processi di urbanizzazione riducano sensibilmente la capacità di infiltrazione del terreno, portando, nei periodi di tempo secco, ad un maggiore trasporto di sedimenti e, durante gli eventi piovosi, ad ampi volumi delle acque di dilavamento. Per tale ragione vengono previste opere idrauliche deputate alla raccolta ed al convoglio delle acque all’interno dei collettori stradali.
Il deflusso superficiale dei territori urbani conduce all’inevitabile spostamento delle sostanze dal luogo in cui si sono depositate all’ingresso nel sistema di drenaggio: fenomeno noto come washoff, quale primo dilavamento che rimuove le sostanze dalle superfici sedimentate portando con sé solidi sospesi e batteri.
Vi sono diversi studi che considerano la biodegradabilità delle sostanze rilevate nel washoff, le cui misurazioni dipendono dalle caratteristiche della superficie e dal tempo di permanenza dello strato sedimentato. L’analisi sistematica dei dati rilevati dal build-up, quale periodo di accumulo di inquinanti su una data superficie, per un tempo varabile dopo un washoff, è oggetto di una specifica letteratura di settore. Durante il build-up si registra una crescita delle particelle di inquinante che si accumulano sul suolo dovute all'erosione delle superfici, al traffico urbano e all’accumulo di rifiuti urbani; sostanze che tendono a depositarsi sulla superfice di griglie e nei pozzetti, compromettendone l’efficienza.
Per agevolare il deflusso stradale, vengono progettate canaline di scolo, pozzetti, casseformi in corrispondenza delle linee di impluvio del terreno ai bordi delle strade, su marciapiedi, nei parcheggi, nei bordi dei giardini o in molte altre soluzioni, coperti da griglie per agevolare la comune viabilità.
Link sviluppa un’ampia gamma di griglie zincate per prodotti elettrosaldati, stampati e pressati in differenti tipologie di maglia, altezza e spessore delle barre, lunghezza e larghezza del telaio, a copertura di tali manufatti di controllo idraulico, quali:
• GRIGLIA PER CANALETTA
LGZ-5020/5040 (maglia 33x33mm in altezze 20mm e 25mm)
LGZ-5120/5140 (maglia 33x11mm in altezze 20mm e 25mm maglia anti-tacco)
Le canalette vengono impiegate nell’ edilizia urbana per il deflusso delle acque stradali, pedonali e dei giardini. Inoltre possono essere impiegate in ambito industriale per garantire il lavaggio e la pulizia delle pavimentazioni. Disponibili in maglia 33x33 ed anti-tacco 33x11 cm in acciaio S235JR (UNI EN 10025-1:2005 + UNI EN 10025-2:2005) zincato a caldo UNI EN ISO 1461:2009 + UNI EN ISO 14713-2:2010
• GRIGLIA CON TELAIO
LGZ-H100 / 140 maglia (maglia 33x33mm in altezze 20mm e 25mm)
LGZ-H400 / 417 maglia (maglia 33x11mm in altezze 20mm e 25mm maglia anti-tacco)
Particolarmente idonee all’impiego in aree urbane, garantiscono il raccoglimento di acqua drenata dalla superficie di edifici, strutture o dal suolo.
In acciaio S235JR (UNI EN 10025-1:2005 + UNI EN 10025-2:2005) zincato a caldo UNI EN ISO 1461:2009 + UNI EN ISO 14713-2:2010; bordata a 'C' sui 2 lati di appoggio.
GRIGLIA QUADRATA: un'aletta per lato. 4 alette per telaio.
GRIGLIA RETTANGOLARE: due alette per lato lungo 1 m. 4 alette per telaio.
6 alette solo su griglie da 300x1000 mm a 600x1000 mm (2 alette su lati lunghi e 1 aletta su lati corti).
Per effetto del build-up è necessaria una periodica manutenzione dei grigliati rimuovendo i corpi solidi che riducono la portata effettiva del sistema drenate, evitando cattivi odori e la formazione del gas radon, riducendo l’aggressione biochimica e la conseguente corrosione che ne comprometterebbe l’efficienza, favorendo l’allagamento stradale.
La manutenzione alla base della corretta gestione delle acque reflue urbane è una prima barriera per la salvaguardia dell’ambiente e, più in generale, per la qualità della vita nei territori urbanizzati e prerogativa per una corretta crescita del territorio urbano.
Alla domanda come possiamo ridurre il consumo energetico e favorire il confort ambientale contenendo i costi di applicazione nei pavimenti freddi, la risposta è semplice: PAROC© CGL poiché migliora l’efficienza energetica dell’ambiente, ridurre significativamente l’energia necessaria per il riscaldamento e il raffreddamento, riduce i rumori indesiderati e mantiene la temperatura ambiente al livello desiderato in una sola applicazione.
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Vengono definiti “pavimenti freddi” quelle superfici di calpestio rivolti verso un ambiente esterno, o comunicanti con ambienti non riscaldati (come solai e cantine) o in prossimità del terreno. Sono luoghi di ingenti dispersioni termiche e possono avere criticità in tema di condensa superficiale, avendo pertanto un elevato potenziale per la riqualificazione energetica.
Spesso, però la rimozione dei pavimenti esistenti, il rifacimento del massetto, l’installazione di materiale isolante e la posa di nuova pavimentazione disincentivano i lavori di efficientamento dati i costi ed i tempi dell’intervento.
Per ovviare a lavori invasivi e costosi è possibile applicare doghe isolanti sotto il pavimento freddo applicate mediante incollaggio al soffitto sottostante di garage o cantine.
Paroc ha sviluppato un prodotto specifico per l’isolamento a soffitto di cantine e garage, sfruttando le eccellenti proprietà termo-acustiche e di resistenza al fuoco della lana di roccia.
Si tratta di una doga in lana di roccia biosolubile prefinita sulla superficie a vista, con bordi smussati a 45°, predisposta all’incollaggio con collanti cementizi su superfici piane, senza l’ausilio di fissaggi meccanici.
Accostando le doghe a giunti sfalsati si viene a creare un soffitto la cui superficie può essere finita con vernice a spruzzo o a pennello oppure lasciata a vista.
Applicando la doga PAROC© CGL si ottengono molteplici benefici:
• riqualifica energetica dell’edificio;
• incrementa la protezione dal fuoco – REI 240 con 50mm di spessore;
• incrementa l’isolamento termico – lamda 0,037W/mK;
• riduce il rumore;
• costituisce una superficie piana e finita di soffitto, con valenza estetica;
• ridotte fasi di lavorazione e limitati scarti da smaltire in cantiere.
PAROC© CGL è un sistema prefinito, indicato per l’isolamento a soffitto di cantine e garage, semplice da applicare accostando le doghe a giunti sfalsati formando un soffitto la cui superficie può essere finita con vernice a spruzzo o a pennello oppure lasciata a vista.
Pertanto, alla domanda come possiamo ridurre il consumo energetico e favorire il confort ambientale contenendo i costi di applicazione nei pavimenti freddi, la risposta è semplice: PAROC© CGL poiché migliora l’efficienza energetica dell’ambiente, ridurre significativamente l’energia necessaria per il riscaldamento e il raffreddamento, riduce i rumori indesiderati e mantiene la temperatura ambiente al livello desiderato in una sola applicazione.
Tra gli elementi che compongono il sistema di drenaggio urbano vi sono i dispositivi di coronamento e di chiusura. La norma UNI EN 124:2015 definisce:
• dispositivo di coronamento la parte superiore di un pozzetto di raccolta composta da un telaio e griglia con o senza coperchio;
• dispositivo di chiusura la parte superiore di un pozzetto di ispezione o camera d’ispezione composta da un telaio ed un coperchio e/o griglia.
Nel caso di specie, i dispositivi di coronamento svolgono il fondamentale ruolo di collegamento tra la sede stradale e le canalizzazioni fognarie, intercettando le acque meteoriche che scorrono in superficie, ma anche quello di chiudere pozzetti a servizio delle linee elettriche, telefoniche ed impiantistiche.
Sulla base del loro comportamento idraulico, le griglie e le caditoie sono pensate per interferire significativamente con il regime di ruscellamento delle acque piovane, contrastare l’erosione stradale e evitare l’acquaplaning dinamico e viscoso legato allo spessore del velo idrico in carreggiata.
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Tra gli elementi che compongono il sistema di drenaggio urbano vi sono i dispositivi di coronamento e di chiusura. La norma UNI EN 124:2015 definisce:
• dispositivo di coronamento la parte superiore di un pozzetto di raccolta composta da un telaio e griglia con o senza coperchio;
• dispositivo di chiusura la parte superiore di un pozzetto di ispezione o camera d’ispezione composta da un telaio ed un coperchio e/o griglia.
Nel caso di specie, i dispositivi di coronamento svolgono il fondamentale ruolo di collegamento tra la sede stradale e le canalizzazioni fognarie, intercettando le acque meteoriche che scorrono in superficie, ma anche quello di chiudere pozzetti a servizio delle linee elettriche, telefoniche ed impiantistiche.
Sulla base del loro comportamento idraulico, le griglie e le caditoie sono costituite da una luce d’intercettamento, da un pozzetto sottostante e da una condotta trasversale alla strada che le collega al più vicino canale di fognatura. Infatti, l’inserimento di una griglia in una strada viene pensato per interferire significativamente con il regime di ruscellamento delle acque piovane, contrastare l’erosione stradale e evitare l’acquaplaning dinamico e viscoso legato allo spessore del velo idrico in carreggiata. Per tale ragione le griglie vengono solitamente posizionate in corrispondenza delle linee di impluvio del terreno, quale tratto in cui si convogliano le acque meteoriche scorrenti. Tale linea è costituita dai punti più depressi del manto stradale e coincide con la direttrice del ruscellamento.
Pertanto, prima di procedere alla scelta della griglia è necessario fare alcune valutazioni che riguardano la dimensione, il tipo di traffico, la possibilità di ispezionarla, la classe di portata e la superfice di deflusso della stessa.
Infatti, la scelta tra una griglia concava ed una piana va fatta in base alla natura dei terreni di posa, dei sovraccarichi e della portata d’acqua che deve essere smaltita, e deve necessariamente rispettare le disposizioni normative che prevedono tipologia e campo di applicazione in base alla Classe di Portata.
Inoltre deve essere valutato il dimensionamento della griglia necessario per determinare quanti elementi servano, dove vadano posizionati e quale luce d’intercettamento è più appropriata.
Per ottenere questi risultati si deve procedere con il calcolo delle portate di pioggia attraverso una formula utilizzata per calcolare la velocità di un fluido a pelo libero in condizioni di moto uniforme (formula di Chézy) che definisce il valore della portata per singola area, dato che va poi moltiplicato per l’intera superfice.
Le griglie piane e concave Link sono in ghisa sferoidale, certificate in accordo alle Norme EN124-1:2015 e EN124-2:2015 per le seguenti classi di portata (Gruppo 3 -Classe C250- Bordo strada e Gruppo 4 -Classe D400- Carreggiate di strade , comprese le vie pedonali, banchine transitabili e aree di sosta, per tutti i tipi di veicoli stradali). Sono dotate del sistema SMARTLOCK quale supporto elastico di chiusura di sicurezza a scatto, che previene aperture accidentali pur consentendo regolari accessi per pulizia e manutenzione.
Come indicato dalla norma UNI EN 124:2015, l’installazione dei dispositivi di coronamento e di chiusura comporta diversi aspetti da considerare e rispettare, ed è pertanto necessario che a tutti i livelli si possiedano le necessarie capacità ed esperienze per la selezione, la posa, l’ispezione ed eventuali interventi sul dispositivo, per garantire il perfetto funzionamento del sistema.
La struttura del pavimento di un edificio è il risultato di una elaborata stratigrafia che varia a seconda del materiale scelto e del tipo di solaio su cui si posa.
L'utilizzo come sinonimo dei termini sottofondo, fondo di posa e massetto induce spesso in errore in quanto parti differenti della stratigrafia.
Nella consueta pratica edilizia, sopra il solaio, viene posato il sottofondo: uno strato orizzontale spesso circa 10 cm. avente la funzione di riempire l'intercapedine con gli impianti e compensare le irregolarità di spessore.
Successivamente viene posato il massetto quale strato di supporto per i pavimenti che ha lo scopo di resistere alle varie sollecitazioni meccaniche impartite sia dalla pavimentazione, sia dall'esercizio della stessa, distribuendo i carichi statici e dinamici.
E’ una delle componenti della stratigrafia che va studiata con maggior attenzione in base al tipo di solaio ed alle prestazioni, fisiche e meccaniche, richieste, motivo per cui si dice: “ad ogni pavimento il suo massetto”.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo.
La struttura del pavimento di un edificio è costituita da una superficie uniforme e resistente atta a garantire la funzionalità e la comodità del passaggio di persone.
Solitamente quando si guarda un pavimento si rimane colpiti dallo strato di finitura che conferisce al piano l’effetto estetico voluto dal committente, ma in realtà la pavimentazione è il risultato di una elaborata stratigrafia che varia a seconda del materiale scelto e del tipo di solaio su cui si posa.
L'utilizzo come sinonimo dei termini sottofondo, fondo di posa e massetto induce spesso in errore in quanto parti differenti della stratigrafia.
Nella consueta pratica edilizia, sopra il solaio, viene posato il sottofondo: uno strato orizzontale spesso circa 10 cm. avente la funzione di riempire l'intercapedine con gli impianti (idraulico, elettrico, eventuali aspirazioni centralizzate e possibili altre canalizzazioni) nonché svolgere il ruolo di compensazione delle irregolarità di spessore tra il solaio ed il massetto; deve però essere abbastanza leggero da non appesantire troppo il solaio.
Successivamente viene posato il massetto, quale strato di supporto per i pavimenti, che ha lo scopo di resistere alle varie sollecitazioni meccaniche impartite sia dalla pavimentazione, sia dall'esercizio della stessa, distribuendo i carichi statici e dinamici.
E’ una delle componenti della stratigrafia che va studiata con maggior attenzione in base al tipo di solaio ed alle prestazioni, fisiche e meccaniche, richieste dal sistema nel suo complesso, motivo per cui si dice: “ad ogni pavimento il suo massetto”. Esistono, infatti, massetti per piastrelle, per parquet, per impianto di riscaldamento a pavimento, autolivellanti, tradizionali o premiscelati, per interni all'abitazione o esterni, applicati aderenti o galleggianti.
Il massetto infatti può essere:
• aderente se realizzato in adesione al sottofondo tramite contatto del calcestruzzo che si va ad ancorare sul sottofondo o con tasselli di ancoraggio;
• galleggiante (o desolidarizzato) se indipendente e disaccoppiato dal fondo. Si realizza inserendo tra il sottofondo ed il massetto un materiale che isola.
Il massetto può essere arricchito da una membrana di protezione del calcestruzzo che ne aumenta la durabilità e da bandelle perimetrali che esercitano una protezione osmotica sul fianco del massetto per evitare le infiltrazioni laterali.
Il massetto deve essere omogeneo e di spessore uniforme; la norma Uni 1264 indica lo spessore minimo 3 centimetri, anche se spesso in cantiere, per esigenze di posa, vengano dedicati spessori variabili dai 3 agli 8 centimetri circa (eccezion fatta per specifici massetti a spessore ribassato).
Durante la realizzazione del massetto viene solitamente aggiunta una rete che non aumenta la resistenza alla compressione del calcestruzzo e non contrasta il suo ritiro, ma interviene sopportando parte del carico di rottura, fornendo un margine di sicurezza superiore qualora siano superate le condizioni d'impiego previste, oppure vi sia una eccessiva deformabilità del sottofondo. Inoltre servono per contiene gli effetti delle variazioni dimensionali della pavimentazione dovuta alle tensioni originate dal ritiro del sottofondo.
Link Industries propone due tipologie di reti per armatura leggera di massetti aderenti.
• RETE ARMATURA MASSETTO – ZINCATA - NET-111L * - prodotta con filo di acciaio zincato elettrosaldato per armature leggere di massetti cementizi e sottofondi antifessuranti.
Disponibile in diversi diametri di filo, maglie e profili (lisci, con impronta). Dimensione pannelli: 2x1 m.
• RETE ARMATURA MASSETTO - FIBRA DI VETRO - NET-270M* - prodotta in fibra di vetro, con apprettatura anti-alcalina, per armatura leggera di massetti cementizi e sottofondi antifessuranti. Dimensioni maglia: 40x40 mm.
Terminato il massetto è possibile applicare la pavimentazione consapevoli che la durabilità del pavimento è direttamente correlata alla tipologia e alla buona esecuzione del massetto inquanto una posa errata causerà fessurazioni, rotture, distacchi, canti a vuoto nel futuro pavimento.
Sede Amministrativa: Ponte Morosini, 49 Marina Porto Antico 16126 Genova
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Tel. +39 010 2546.901 – Fax +39 010 2546.999 –
Sede Logistica: Strada della Guasca, Zona Industriale D5 15122 Spinetta Marengo ITALIA
Tel. +39 0131 216.556 – Fax +39 0131 611.447
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